Coerentemente con la nostra carta dei valori, abbiamo posto tra le priorità politiche per Modica l’arresto del consumo di suolo. Tra le tante azioni da mettere in campo a tal fine, ci è sembrato opportuno partire dalla “fotografia” dell’esistente.

 

Quanti edifici a Modica risultano inutilizzati, abbandonati? Quanti ridotti a ruderi e quanti incompleti?

 

L’obiettivo è senza dubbio ambizioso, considerando anche la particolare estensione del nostro Comune. Così siamo partiti da una prima circoscritta area di esame in cui, sotto gli occhi di tutti, si trova una parte consistente dei “vuoti”: il centro storico e i suoi labirintici, suggestivi vicoli.

Ci siamo chiesti: se abbiamo così tanti vuoti, perchè continuare a costruire e consumare nuovo suolo ?

 

Prendendo a modello un progetto di Coalizione Civica Bologna, abbiamo pensato che i vuoti possono essere riutilizzati non solo a fini abitativi, ma anche culturali, artistici e sociali. Per vuoti intendiamo unità immobiliari terra-cielo.

 

IL PROCESSO

Utilizzando un’app collegata a Google Maps, siamo stati in grado di censire gli specifici edifici abbandonati in modalità collaborativa. Lo abbiamo fatto prevalentemente sul campo, verificando direttamente le condizioni degli edifici e confrontandoci di volta in volta con gli abitanti sul reale stato di abbandono e sui relativi disagi, scoprendo noi stessi scorci inediti.

Abbiamo scelto di classificare gli edifici indicando, oltre alla posizione: indirizzo, stato (inutilizzato, abbandonato, rudere, incompleto), tipologia (casa, palazzo, produttivo, garage, dammuso) e indicando, inoltre, il numero di piani quando superiore ad uno.
Questa nostra azione squisitamente volontaria si presterà, certamente, ad errori ed involontarie omissioni ma...

è un inizio per stimolare il riuso del patrimonio pubblico e privato

 

I DATI

Nell’area che include Modica Alta e Bassa, che rappresenta solo lo 0,35% della superficie totale del nostro comune, si registra un’alta densità di edifici: in poco più di un chilometro quadrato sono presenti 5661 immobili e, secondo la nostra indagine, quasi un edificio su quattro a Modica ricade nell’area da noi mappata. Gli abitanti che vi abitano sono 7779, pari al 13,30%, per un totale di 3245 famiglie, pari al 15,94% dei nuclei familiari residenti a Modica. Su 5661 edifici, ben 2174 (quasi il 40%) risultano vuoti, classificati – come accennavamo sopra – secondo una tassonomia relativa allo stato di abbandono e alla tipologia.
Seguendo il primo criterio, più della metà degli immobili di proprietà privata (2154 totali) risulta in stato di abbandono (54,27%) e risultano, peraltro, consistenti le percentuali degli edifici più semplicemente inutilizzati (40,06%), ossia semplicemente disabitati o in vendita ma in discreto stato di conservazione. Allarmante è la quantità di ruderi (ben 119), livello più estremo e quasi assoluto di abbandono, mentre quasi impercettibile risulta il fenomeno degli edifici incompleti (solo 3). Tra i vuoti, ampiamente prevalente è la destinazione d’uso abitativa, segno tangibile di uno spopolamento dei nostri vicoli. L’87,13% dei vuoti nel centro storico sono infatti costituiti da case. Dal punto di vista abitativo, in un momento di continua espansione urbanistica che spesso li vede protagonisti, vanno sottolineati anche i 35 palazzi interamente vuoti. Numerosi risultano poi i dammusi (129), elementi architettonici tipici della nostra area, tendenzialmente adibiti a deposito o botteghe di artigiani. Simili ai dammusi, e talvolta a questi sovrapposti, risultano le meno numerose grotte (37) che da testimonianze fotografiche risultano, all’incirca fino agli anni ‘70, ricorrenti luoghi d’abitazione. Infine, probabilmente tra i più soggetti a repentini cambiamenti rispetto al periodo di mappatura, si segnalano 75 edifici con destinazione d’uso produttiva-commerciale.
Considerando le due macroaree del centro storico, il 55,47% (1206) dei vuoti ricadono a Modica Alta, mentre il 44,53% (968) insiste nella zona di Modica Bassa.

Non vogliamo fermarci alla semplice condivisione dei risultati di questa prima tappa di mappatura. È vero, nessun processo di rigenerazione urbana può prescindere dall’analisi della realtà, ma vogliamo spingerci oltre.

Per questo motivo, alleghiamo di seguito le tracce di un percorso che dalla mappatura trae spunto e che ci piacerebbe intraprendere collettivamente facendo rete con cittadini/e e associazioni

All’analisi dell’esistente cercheremo di abbinare le ricche potenzialità inespresse tratte da casi-studio e ricerche, in particolare con riferimento a strumenti di pianificazione urbanistica per fermare il consumo di suolo; buone pratiche di rigenerazione urbana e amministrazione condivisa dei beni comuni; iniziative di urbanismo tattico per ridisegnare la mobilità a partire dagli utenti più deboli e tanto altro.

Per approfondire troverete di seguito due tipi di documenti che vi invitiamo a leggere: uno, analitico, che include l'analisi dei dati raccolti e proposte d'azione collettiva; gli altri tre, sintetici, che riassumono l'intero report in semplici slides.

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