Le risposte dei candidati/e a sindaco sui punti della «Campagna fuori dal comune»

24 maggio 2023   

Il 20 maggio è scaduto il termine ultimo per ottenere risposte dai candidati/e a sindaco sui punti programmatici da noi avanzati nel corso della Campagna fuori dal comune su mobilità sostenibile, consumo di suolo e beni comuni.

Anzitutto, siamo felici di aver ottenuto risposta da tutti e tre i candidati, seppur con tempistiche diverse. Il primo obiettivo, di diffusione delle nostre proposte e contaminazione tra candidati/e e società civile, può quindi dirsi raggiunto.Notiamo altresì con favore che tutti e tre i candidati, seppur con gradi di adesione differenti, abbiano complessivamente espresso interesse e condiviso l’importanza dei temi da noi proposti.

Naturalmente, l’adesione ad uno o più punti non è sufficiente per garantirne concreta effettività nell’azione amministrativa, ma può rappresentare una buona premessa per il presente e futuro della nostra città.

Andando nel dettaglio delle risposte dei candidati, le riportiamo dettagliatamente nell’ordine in cui le abbiamo ricevute:

  • Nino Gerratana ha accolto positivamente tutti i punti relativi ai tre temi, con l’unica precisazione relativa alla mobilità alternativa, in cui propone “lo sviluppo di un’app comunale che contenga una sezione apposita dedicata ai bus, con indicazione di fermate e aggiornamento in tempo reale di attesa”;
  • Ivana Castello, come Gerratana, ha sottoscritto tutti i punti da noi elaborati, con una sola modifica relativa al punto 2 del consumo di suolo, in cui - precisa la candidata - l’impegno di arginare il consumo di suolo può avvenire “nel rispetto delle esigenze di sviluppo della città e delle caratteristiche peculiari del territorio, anche privilegiando la preventiva rigenerazione dei tessuti urbani e il recupero degli edifici presenti”. Un impegno, dunque, più generico di quello che noi proponiamo, in cui abbiamo immaginato di limitare nuove costruzioni “alle sole opere necessarie, che rispondano ad esigenze pubbliche (la cui necessità sarebbe verificata da soggetti pubblici competenti ed indipendenti) e condizionarlo – come prescritto dall’art. 8 dello Statuto comunale – alla preventiva rigenerazione dei tessuti urbani e al recupero degli edifici presenti, in misura non inferiore al 70% dell’esistente”;
  • Maria Monisteri, infine, non ha risposto accogliendo o meno i punti, ma indicando per ogni punto da noi proposto i possibili punti di contatto con il suo programma elettorale o la propria prospettiva, più o meno convergente rispetto agli obiettivi e metodologie che abbiamo elaborato insieme a cittadini/tecnici/amministratori nel corso della “Campagna fuori dal comune”. Per trasparenza, richiamando le nostre specifiche richieste, riportiamo di seguito le risposte integrali della candidata Monisteri unitamente alle nostre osservazioni, elaborate con il supporto dei tecnici e amministratori già coinvolti precedentemente.

MOBILITÀ SOSTENIBILE

1) realizzare almeno 15 km di nuove piste ciclabili o ciclopedonali in sede separata, di cui almeno la metà in sede protetta dal traffico veicolare; ciò consentirebbe altresì di aderire alla rete dei comuni ciclabili istituita dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB)Monisteri: «Dal Programma : “Costruiremo connessioni tra piste ciclabili (bici plan) e cicloposteggi, incrementando l’uso di e-bikes. Per questo elaboreremo, tramite il coinvolgimento dei soggetti competenti, un Piano strategico per la transizione ecologica: un “patto con i cittadini” che contenga le misure e gli strumenti per la programmazione delle azioni verso il 2030, con tempi definiti e misurabili e con un modello di governance ben chiaro.” a. Realizzare piste ciclabili nelle aree di Marina di Modica – Maganuco e del Polo Commerciale; Cava dei Servi; Parco di Monserrato; Parco di Cava Ispica». Modicaltra: Gli obiettivi in termini di mobilità ciclabile paiono meritoriamente ambiziosi. Mancano impegni precisi rispetto ai km di pista ciclabile minimi, alle piste in sede protetta, all’adesione alla FIAB. In ultimo, le interessanti località individuate dal programma risultano molto delicate dal punto di vista ambientale, e necessiteranno di studi di impatto e tecnologie adeguate.

2) redigere e approvare, entro tre anni dall’elezione, un nuovo PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) comunale, strumento che regola e incentiva la mobilità sostenibile del comune, tenendo in debita considerazione i principi di integrazione, partecipazione e valutazione. Chiediamo che ci si focalizzi, specificatamente, sull’analisi della sosta, dell’attuale incidentalità e dell’offerta di mobilità sostenibile. Monisteri: «Dal programma: “Dobbiamo favorire un modello di mobilità sostenibile, coordinato da un Ufficio comunale, con più mobilità pedonale, per raggiungere in 5 anni quanto previsto dal PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibili: uso della bicicletta dal 5% al 12%; ridurre in 5 anni il livello del traffico privato motorizzato di una percentuale non inferiore al 15%). Nel PUMS, già in fase di redazione a cura di una società specializzata, saranno calati i dati su analisi degli spostamenti; incidentalità: il 5,3% della popolazione provinciale è tra i 15/19 anni e il 20,2% sopra i 65 anni (dati ISTAT 2019) e l’indice di mortalità per incidenti stradali è pari al 7,8%, il più alto della Sicilia (dati ISTAT 2019), di cui circa il 50% (dato su tutta la Sicilia) tra giovani 15/24 e over 65; servizio di trasporto collettivo a chiamata (taxi sociale). A tal proposito Modica ha aderito al progetto Pulmì che prevede: “Pulmì intende diffondere una nuova cultura della mobilità orientata alla sostenibilità, orientando anche i futuri PUMS di Modica e di area del GAL Terra Barocca. Si rileva che il GAL TERRA BAROCCA ha stanziato le somme al fine di definire il PUMS intercomunale per unire i circuiti intermodali delle città di Ragusa, Modica, Santa Croce Camerina, Scicli e Ispica».Modicaltra: La risposta centra lo spirito del punto proposto dal punto di vista dell’analisi e della redazione del PUMS. Mancano tuttavia riferimenti relativi all’incidentalità nel contesto urbano e all’analisi della sosta cittadina.

3) pianificare e progettare tutti i necessari collegamenti di mobilità sostenibile (privi di barriere architettoniche, pedonali e ciclabili) tra i quartieri della città, ad oggi non esistenti: a titolo esemplificativo, ascensori e/o altri collegamenti motorizzati per il superamento dei principali dislivelli tra Modica Bassa e Modica Alta o la Sorda; collegamenti intermedi fra le tre arterie primarie della Sorda; collegamenti ciclopedonali con le principali frazioni urbane. Monisteri: «Dal Programma: Progettare percorsi pedonali, piste ciclabili e sistemi ettometrici all’interno del centro storico». Modicaltra: L’accoglimento della proposta risulta essere limitato al solo centro storico, per il quale si impegna a realizzare anche sistemi ettometrici. Non sono stati sottoscritti impegni relativamente ai collegamenti di mobilità sostenibile con la Sorda e con le frazioni cittadine.

4) rimodulare il piano di Trasporto Pubblico Locale (TPL) a seguito di una esaustiva analisi della potenziale domanda, riorganizzando e potenziando l’attuale servizio sia in termini di itinerari che di frequenza; sarà necessario raggiungere i principali poli attrattori (scuole, uffici pubblici, servizi sanitari, stazione e parcheggi di interscambio, ecc.) preferibilmente con vetture alimentate a motore ibrido o elettrico, dotando tutte le fermate autobus di una tabella digitale per aggiornare i fruitori sulle attese in tempo reale.Monisteri: «Dal programma: Per il TPL bisogna apportare le dovute migliorie per non far perdere i fondi pubblici. Fornire mezzi elettrici/ibridi per l’autoparco comunale.Potenziare il trasporto pubblico urbano e i collegamenti con le frazioni costiere di Marina di Modica, Maganuco e con il parco di Cava d’Ispica. In materia di TPL rileviamo che il sistema a livello regionale si fonda su tre livelli di intervento: -politico, di competenza della regione quale ente responsabile della politica di trasporto nell’ambito del proprio territorio, da esplicarsi attraverso il “Piano Regionale Trasporti”; -organizzativo, in cui il territorio regionale doveva essere diviso in “bacini di traffico”, ossia in unità territoriali in cui attuare un sistema di trasporto pubblico integrato e coordinato in rapporto ai fabbisogni di mobilità; -gestionale, per individuare il tipo di azienda per la gestione dei servizi di trasporto in rapporto alla finalità dei due livelli precedenti, al minimo costo per la collettività. Nel settore dei trasporti la competenza legislativa della Regione siciliana è concorrente con quella dello Stato (art. 17 dello Statuto). Per la regolamentazione dei servizi di trasporto pubblico di interesse regionale e locale la regione siciliana adotta, il metodo della programmazione intermodale dell'offerta di trasporto collettivo, e determina il livello dei servizi minimi, da garantirsi da parte della stessa regione e degli enti locali territoriali, qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini e da definirsi in conformità ai criteri prefissati dalla vigente normativa nazionale. L'esercizio dei servizi di trasporto pubblico di interesse regionale e locale è regolato con contratti di servizio e deve rispondere a criteri di economicità ed efficienza da conseguirsi anche attraverso l'integrazione modale ed il riassetto organizzativo e la trasformazione delle aziende speciali e dei consorzi. Tutto ciò premesso, il trasporto è di competenza esclusiva della regione che stanzia il finanziamento per la gestione dei servizi urbani. Tuttavia è stata già avviata un azione di advocacy con la società che gestisce il servizio (AST trasporti) per una gestione “integrata” dove il comune partecipa con una messa a disposizione di mezzi innovativi utilizzando fondi comunitari per l'acquisto al fine di migliorare il servizio». Modicaltra: L’accoglimento della proposta pare totale dal punto di vista della volontà di integrare la gestione, partecipando direttamente con la messa a disposizione di nuovi mezzi e il potenziamento delle tratte verso poli attrattori. Manca l’assunzione di impegno sulle tabelle digitali per l’attesa in tempo reale.

CONSUMO DI SUOLO

1. effettuare una mappatura completa del patrimonio immobiliare presente nell’area comunale, classificandolo qualitativamente per stato (abbandonato, inutilizzato, incompleto, rudere), tipologia dell’immobile (casa, palazzo, grotta, edificio commerciale, capannone) e tipologia della proprietà (pubblica, privata, ecclesiastica | unica o frammentata), rendendo accessibili e trasparenti i dati per la comunità. Monisteri: «Dal programma: Incentivare l’acquisto e la ristrutturazione di case da adibire a residenze e attività artigianali e commerciali nella zona A del centro storico: Grazie al finanziamento sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - Next generation Eu (avviso 1/2022) saranno favorite soluzioni alloggiative e dotazioni strumentali innovative rivolte alle persone anziane e/o con disagio per garantire loro una vita autonoma e indipendente attraverso la realizzazione di alloggi/strutture di accoglienza finalizzati al reinserimento e all’autonomia (housing led, housing first, housing temporaneo). Si rende noto che è stata già effettuata un censimento del patrimonio immobiliare presente nella zona A del centro storico attraverso il quale si potrà sviluppare una mappatura più specifica degli immobili diruti e in stato di abbandono. Succesivamente è in proogramma di redigere aposito regolamento comunale che possa prevedere l'acquisizione al patrimonio dell'ente abitazioni in disuso e abbandonate per una succesiva ristrutturazione a fini sociali e/o residenziali». Modicaltra: Rispetto al punto proposto, l’impegno preso sulla mappatura risulta limitato al solo centro storico e non al resto della città. Inoltre, chiediamo che - al netto dei dati sensibili - si dia trasparenza condividendo i dati georeferenziati relativi allo stato e tipologia degli immobili vuoti. Detto ciò, la candidata si impegna a riutilizzare il patrimonio dell’ente a fini sociali e/o residenziali, anche con acquisto da parte del Comune delle abitazioni dirute o in disuso, sebbene manchino indicazioni sulle definizioni quantitative dell’obiettivo.

2. limitare il consumo di suolo alle sole opere necessarie, che rispondano ad esigenze pubbliche (la cui necessità sarebbe verificata da soggetti pubblici competenti ed indipendenti) e condizionarlo – come prescritto dall’art. 8 dello Statuto comunale – alla preventiva rigenerazione dei tessuti urbani e al recupero degli edifici presenti, in misura non inferiore al 70% dell’esistente. Monisteri: «L'attuale PRG non ha previsto nessuna nuova area edificabile, pertanto si è privilegatito un approccio di continuità con la metodologia di limitazione del consumo di suolo mettendo a disposizione del territorio un regolamneto che prevede cambi di destinazione d'uso di fabbricati esistenti con l'apporto di volumetria da terreni del comune». Modicaltra: La circostanza per cui l’attuale PRG non abbia previsto nuove aree edificabili non vuol dire che si sia privilegiato un approccio metodologico di limitazione del consumo di suolo: come evidenziato durante l’incontro del 28 aprile, il problema è il netto sovradimensionamento del vigente PRG e, quindi, la tuttora esorbitante previsione di aree urbanizzabili (con destinazioni residenziali o per attività) rispetto alle quali si auspica un serio ripensamento. Il percorso più naturale non dovrebbe essere di formulare un regolamento dedicato (che sarebbe di fatto una variante di PRG) ma intraprendere un nuovo ed organico percorso di pianificazione urbanistica (necessariamente nelle forme del PUG ai sensi della LR 19/2020) che inglobi strutturalmente i principi della riduzione del consumo di suolo. Giova ricordare che i dati ISPRA certificano un trend crescente di incremento di suolo cementificato negli ultimi anni, che ha portato Modica ad essere il secondo comune in Sicilia ed il 23° (su quasi 8000) in Italia. Dalla nostra prospettiva, coerentemente con gli ammonimenti dell’ISPRA, nonché di scienziati e urbanisti, serve un’iniziativa di rottura chiara con questo trend che, come sappiamo, ha dei risvolti deleteri per il territorio dal punto di vista idrogeologico ed ecosistemico. La candidata non assume impegni in tal senso.

3. sottrarre il potenziale edificatorio da aree che nel lungo periodo non abbiano avuto attuazione (aree destinate ad insediamenti abitativi, infrastrutture, ecc.), e non ne abbiano consolidato il diritto (attraverso comparti/convenzionamenti/concessioni in corso di validità). A tal fine, valutare la possibilità di introdurre forme di defiscalizzazione o progressività delle imposte (ad es. IMU) a seconda della condizione di attuazione delle previsioni. Monisteri: «E' intenzione del candidato sindaco di aggiornare il PUG in conformità alle direttive e norme regionali che prevedono obblighi e adempimenti in capo all'ente locale». Modicaltra: Non si evince una posizione sul punto in questione. L’aggiornamento del PUG, oltre agli adempimenti formali di legittimità e competenza, quali direttrici seguirà? Con piena chiarezza di obiettivi e valutazione delle sensibilità del territorio (presenza di rischi ma anche di potenzialità dal punto di vista degli usi agricolturali e del mantenimento e sviluppo delle risorse naturalistico-ambientali) la delocalizzazione di volumetrie (da aree già edificabili che vengono rese libere) dovrebbe essere il meccanismo che consente di gestire (e facilitare) la transizione dal vecchio PRG al nuovo PUG. Anche l’applicazione progressiva e strategica delle imposte locali sulla proprietà (mirata alla riduzione del consumo di suolo e ad incentivare il riuso o la localizzazione di residenze ed attività) è uno strumento utile. Questa, come altre misure, si riferiscono solo in linea di principio alla legislazione regionale; le modalità di gestione ed applicazione sono prese e decise dall’ente comunale (ovviamente nell’ambito delle norme vigenti). L’impegno preso dalla candidata risulta limitato al rispetto della normativa, senza riferimenti alle specifiche proposte del punto.

4. come proposto da Salviamo il Paesaggio, proponiamo di affiancare al classico bilancio d’esercizio un bilancio ambientale, in grado di quantificare l’impatto complessivo delle attività amministrative sulla società civile e sull’ambiente-territorio, iscrivendo a passivo anche le perdite derivanti dal consumo di suolo (circa 100.000€ per ciascun ettaro impermeabilizzato, secondo le stime dell’Istituto Superiore Per la Protezione e Ricerca Ambientale). Monisteri: «L'incumbent nella scorsa legislatura ha portato avanti linee di indirizzo sul tema della salvaguardia ambientale aderendo al Patto di Caltagirone. Pertanto si proocederà ad attenzionare ogni opportunità atta a implementare azioni per la salvaguardia ambientale e per il contrasto al rischio idrogeologico. Verrà predisposto un regolamento da approvare in comsiglio comunale che vincoli una percentuale dell'introiti di oneri di urbanizzazione sul rilascio di nuovi insediamenti in favore della riqualificazione ambientale e manutenzione del verde». Modicaltra: Accogliamo con favore l’intento, ma nulla è specificato in rapporto alla introduzione di un bilancio ambientale, strumento amministrativo fondamentale in tema di accountability, in grado di quantificare l’impatto complessivo delle attività amministrative sulla società civile e sull’ambiente-territorio, iscrivendo ad es. a passivo anche le perdite derivanti dal consumo di suolo (circa 100.000€ per ciascun ettaro impermeabilizzato, secondo le stime dell’Istituto Superiore Per la Protezione e Ricerca Ambientale). In merito all’utilizzo degli introiti da oneri di urbanizzazione per nuovi insediamenti, il problema – come ha spiegato il sindaco Domenico Finiguerra – non è fare cassa (seppure pubblica e con destinazioni condivisibili) sulla nuova edificazione ma provare limitarla (o tendenzialmente azzerarla), per evitare che il territorio venga monetizzato, ridotto a merce. Dalla risposta risulta un impegno meritorio sulla salvaguardia ambientale e sul contrasto al rischio idrogeologico. Non sono presenti però riferimenti al punto proposto.

5. entro il primo anno di mandato, estendere i vincoli di tutela – già presenti nel PRG su casali e ville delle campagne modicane – anche alle ville storiche (ante 1942) e di pregio del quartiere Sorda e ai relativi giardini. Monisteri: «Sarà cura del consiglio come impegno politico della maggioranza, che ha competenza esclusiva in materia, di revisionare il PRG inserendo vincoli specifici per la salvaguardia delle ville di pregio storico-artistico e masserie». Modicaltra: Risulta accolto integralmente questo obiettivo, anche se non sono state specificate le tempistiche. Data l’urgenza segnaliamo che si potrebbe procedere, in tempi non lunghi, ad una cosiddetta “variante di salvaguardia” anche del vigente PRG.

6. istituire parchi pubblici completamente permeabili (rimboschimenti, orti urbani) per un totale di almeno 30.000 mq, di cui almeno 10.000 nelle zone non edificate comprese tra via Sacro Cuore, via Risorgimento e via della Costituzione.Monisteri: «Una delle priorità per la prossima legislatura sarà la riqualificazione e la piena fruizione del parco Monserrato a servizio del quartiere Sorda con percorso naturalistico che collega il parco stesso con il Santuario della Madonna delle Grazie fino a San Giacomo fuori le mura». Modicaltra: Ci rallegra sapere che il parco di Monserrato possa tornare fruibile per la collettività. Chiediamo che la sua riqualificazione avvenga preservando la permeabilità dell’area verde che lo costituisce, incentivando forme di rimboschimento, orti sociali, in un’ottica di rete ecologica (sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiversità) e auspicando che si possa puntare agli obiettivi minimi complessivamente fissati dalla “Campagna”.

BENI COMUNI

1. come previsto dall'art. 6 del Regolamento sui beni comuni, attivare e definire in maniera “condivisa” un interlocutore unico che metta in rapporto amministrazione e cittadinanza attiva, stabilendone ruoli e modalità di svolgimento attività di amministrazione condivisa entro 5 mesi (termine ordinatorio, che può variare in relazione alla struttura dell’ufficio) dall’inizio della sindacatura;

2. di realizzare, entro 5 mesi dall'inizio della sindacatura, una pagina web dedicata all’amministrazione condivisa dei beni comuni all’interno del sito istituzionale del Comune in cui pubblicare proposte, patti sottoscritti e tutto quello che è necessario per garantire una comunicazione efficace, trasparente e propositiva sull’amministrazione condivisa;

3. di individuare ed attivare, per l’Amministrazione e tutta la cittadinanza attiva interessata, entro 6 mesi dall’inizio della sindacatura, un gratuito percorso di formazione sulla realizzazione dei patti di collaborazione avvalendosi del supporto di Lasbus con l’eventuale possibilità di reperire, se opportuno, specifici fondi regionali, nazionali e/o europei in modo da non gravare economicamente sulle casse comunali (il mancato reperimento di fondi non deve rappresentare un vincolo per la realizzazione del corso né per le relative tempistiche previste).

Monisteri: «Il programma messo a punto e promosso dalla candidata a sindaco Maria Monisteri sottolinea l'importanza di coinvolgere i cittadini e le comunità nella progettazione e nell'attuazione delle politiche e dei programmi di welfare, ben incarnato dalla Legge Quadro 328/2000. Dando alle persone una voce e degli interessi da promuovere, il modello partecipativo mira ad aumentare la responsabilità, la reattività e l'efficacia attraverso: - Co-programmazione e co-progettazione dei servizi di interesse generale (artt. 55 e 56 Cod. Terzo Settore - Dlgs. 117/2019) - Patti di collaborazione per la gestione dei “beni comuni” (LABSUS) - Altre forme di partenariato: Patti educativi di comunità; Comunità locali per l'energia (comunità energetiche locali); Pianificazione sociale (patti sociali di zona). Alla luce di questo modello riteniamo di impegnarci in un patto di collaborazione per la realizzazione e manutenzione degli interventi in aree verdi da definire (come da reportorio Labsus) e definiremo i beni pubblici in: 1) Beni comuni tradizionali: di proprietà collettiva, volti ad usi civici e terre collettive; 2) Beni comuni globali: l’atmosfera, il clima, gli oceani, la sicurezza alimentare, la pace, ma anche la conoscenza, i brevetti, Internet; 3) Beni comuni urbani quei beni, materiali, immateriali e digitali legati allo sviluppo urbano; 4) Beni confiscati alla criminalità e alla mafia (gestiti da ANBSC)». Modicaltra: soddisfacente la risposta complessiva, orientata a dare declinazione concreta al Regolamento sui beni comuni e che denota un’attenzione particolare verso il tema. Non si impegna tuttavia sulle richieste temporali di: – predisporre un apposito Ufficio per l’amministrazione condivisa, previsto dall’art. 6 del Regolamento comunale sui beni comuni; – creare una pagina web istituzionale dedicata all’amministrazione condivisa dei beni comuni; – attivare un corso di formazione sui patti di collaborazione.

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